- Luca Locci
- Tradizione Sarda
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Se la Sardegna avesse un corpo, la sua posa sarebbe di spalle, come una sirena seduta tra cielo, terra e mare, sia vulnerabile che coraggiosa. Ma soprattutto bella.
Se ti avvicinassi e la chiamassi, si volterebbe appena, un po’ diffidente come è nel suo carattere: schiva senza smettere di essere gentile.
Le brillerebbero gli occhi di fuochi sempre accesi, per tenere lontani i pericoli e scaldare i benvenuti, e ti chiederesti tu a quale delle due categorie appartieni.
Un passo ancora.
Dovresti conquistare la sua fiducia e superare la schiena nuda, dov’è tatuata la sua bandiera.
Il viso, le mani e il cuore, lei li mostra solo per amore.
Ti abbraccerebbe affettuosa, come una sorella; ti proteggerebbe ad ogni costo, come una madre; ti accoglierebbe generosa, come una donna.
Forse ti sembrerebbe anche un po’ fata un po’ strega, e lei ti sorriderebbe sorniona, perché ne sei rimasto confuso. Nessuna magìa, nessun sortilegio, e neppure una delle tante leggende che si tramandano su di lei: soltanto l’incanto della sua natura.
Ormai le staresti così accanto da toccarla, ma mai abbastanza da conoscerla davvero o fino in fondo: lei troppo semplice, troppo schietta, troppo selvaggia per non continuare ad essere un impenetrabile mistero.
Se la Sardegna avesse un corpo, si rifugerebbe nel mare come una sirena. O diventerebbe un’isola.
E tu cercheresti di raggiungerla, nell’estremo tentativo di sfiorare almeno la sua anima. - S.L. -