- Luca Locci
- Tradizione Sarda
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Osservando il placido movimento della risacca nel corso delle giornate estive, ma anche i cavalloni più grigi e impietosi delle peggiori giornate invernali, risulta difficile figurarsi un’onda anomala, tanto distruttiva da inabissare un’intera isola. Potevano davvero?, e per quale ragione?, il dio del mare Nettuno della mitologia romana o il dio del mare Poseidone di quella greca, aver cercato di cancellare radicalmente la bellezza di una terra?
Che sia da imputare o no alla loro collera o ai loro capricci, sembra che la mitica Atlantide sia stata davvero completamente sommersa, ma non totalmente scomparsa: studi attuali propendono infatti per identificarla proprio nella Sardegna.
Questa teoria del ricercatore e giornalista Sergio Frau, viene ormai avallata anche dall’aerofotogrammetria, che colloca la nostra isola nella posizione in cui fu descritta Atlantide nei testi di Platone.
Gli elementi che coincidono sono svariati, procedendo all’interpretazione talvolta ostica dei riferimenti geografici e cronologici citati dal filosofo greco, ad altri di più semplice lettura quali la vegetazione lussureggiante, la mitezza del clima, la ricchezza di minerali, la presenza dei nuraghi, definiti come “torri”. I quali tra l’altro, perlomeno quelli situati nelle zone a quote più basse, è evidente che siano stati immersi nel fango.
Non è inconfutabile che l’Atlantide di cui ha raccontato Platone, infondendo curiosità e mistero nei secoli a venire, sia veramente esistita o no, ma certo è affascinante e lusinghiero che la nostra isola sia in grado di reggere il confronto con una simile leggenda.
Che sia stata ira o invidia, da parte di Nettuno o Poseidone, nel tentare di eliminare ogni traccia di Atlantide, devono avere avuto un ultimo ripensamento e rimorso.
Intanto il mare continua a lambire le nostre coste, ricordandoci onda dopo onda, quanto sia speciale essere qui. Nell’isola che ancora c’è. - S.L -