- Luca Locci
- Tradizione Sarda
- 156 like
- 1550 visualizzazioni
Il mare della nostra isola raggiunge una varietà di toni e sfumature, a seconda del fondale, del periodo dell’anno, delle condizioni metereologiche e della luce, che ne siamo certi: andrebbe creata una gamma di blu, azzurri e verde acqua ad hoc. Ma in alcune zone e momenti, dove il mare ristagna, o diventa bianco sale o si tinge di un insolito e inaspettato rosa.
Il fenomeno, facilmente spiegabile ma non per questo meno suggestivo, è dovuto alla presenza dei fenicotteri.
Le zone diventate mèta degli eleganti trampolieri sono dislocate in diverse parti dell’isola: dallo stagno di Cabras alla laguna di Chia, da Molentargius a San Teodoro, allo stagno di Cabras.
Di soffermarsi ad ammirarli non si può fare a meno, ma anche di trovare qualche analogia tra noi, popolo sardo, e loro, genti arrùbia, come vengono chiamati.
Forse perché abbiamo in comune la stessa sorte di migranti: loro da anni fanno la spola dalla Francia, dalla Spagna e dal Marocco per svernare, e ora si fermano in Sardegna a nidificare, e noi, dovunque ci porti la vita, il lavoro, o le nostre scelte, torniamo puntualmente a casa, per guarire di tanto in tanto la nostalgia che ci attanaglia durante la lontananza.
Forse ci possiamo ritrovare persino in quel loro, tipico gesto di stare su una gamba sola, come ballerine che conoscono l’importanza della postura tanto quella dei passi: lo fanno per ottimizzare il calore del corpo e le energie, e noi, con umiltà e pazienza, nel tempo abbiamo imparato a confrontarci con le nostre risorse.
E forse, come i fenicotteri hanno assunto la colorazione particolare del loro piumaggio nutrendosi di gamberetti rosa, così noi abbiamo acquisito lo stesso DNA della nostra terra, temprati dal maestrale, dai limiti e dalle opportunità di essere circondati dal mare.
Certo, qualche aquila potrebbe volere insegnare al fenicottero che esistono altri modi per usare le sue ali, e magari anche qualche pollo ci metterebbe il becco per dire la sua.
Ma i fenicotteri continuano semplicemente a librarsi in volo, con il grande coraggio, ancora una volta, di intraprendere un’altra lunga traversata, tingendo di rosa il nostro cielo, dopo aver tinto di rosa le nostre acque.
Noi però, forse da loro dovremmo prendere un prezioso esempio: credere maggiormente in noi stessi e nelle nostre peculiarità.