- Luca Locci
- Tradizione Sarda
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L’animale cerca una via di fuga, la trova momentaneamente in mezzo alla folla. Se voglia scappare per recuperare il suo senso perduto di libertà, o soltanto sottrarsi alle fatiche che gli sono state imposte, non è dato saperlo: non si è mai posto il dilemma, segue il suo istinto e tanto basta.
L’uomo lo raggiunge, con il bastone che brandisce lo sprona a sollevarsi da terra. È il padrone: lui decide e lui comanda. Ma il suo dominio è davvero così indiscutibile come appare? Non è forse lui che dipende per la sua sussistenza dall’animale?
Il quesito rimane sospeso, forse ignaro, mentre la scena si svolge e si ripete, durante il rito del Carnevale di Ottana.
L’animale è rappresentato dai Boes, con la loro caratteristica maschera di legno di pero: le corna, una stella di buon auspicio intagliata con lo scalpello sulla fronte e due foglie di lato, si allungano all’altezza degli zigomi. Le pelli di pecora bianca e il fragore metallico dei campanacci completano l’opera.
Il pastore è rappresentato dai Merdules, con le loro maschere grottesche: i visi esprimono la pesantezza estrema del lavoro ma sono imbruttiti anche per scacciare il male e la cattiva sorte. Indossano pelli bianche o nere, uno zaino di cuoio, il laccio ed il bastone per soggiogare l’animale.
Alla sfilata capita che partecipino anche altri personaggi: sos porcos (i maiali), sos molentes (gli asini), sos crappolos (i cervi) e la maschera più inquietante, Sa Filonzana, di cui abbiamo raccontato in questo precedente articolo: Halloween e il monito se "Sa Filonzana".
Un posto d’onore nell’alimentare l’atmosfera irruenta lo guadagna anche s’orriu, un tamburo di sughero che con il suo rumore prepotente contribuisce ad incalzare il ritmo confuso del rituale.
Così, l’eterno gioco delle parti continua simbolicamente a compiersi: l’animale tenta la fuga, temerario o impaurito, di sicuro ribelle. L’uomo lo bracca senza tregua, determinato a dimostrare il suo potere ma in fondo, spinto come l’animale dal medesimo, basico bisogno di sopravvivenza.