Halloween e il monito de “Sa Filonzana”

Siamo in prossimità di Halloween e il bisogno di esorcizzare la morte si interseca con la sua intima paura, portata all’apice in maniera collettiva dal Covid.

Nella nostra isola l’usanza di onorare i morti è molto antica e soprattutto nei paesi dell’interno si festeggia ancora il giorno de “Is Animeddas” o de “Su Mortu Mortu”. In tale occasione i bambini bussano alle case del quartiere e ricevono in dono frutta secca o dolcetti tipici di questa festa, come i “Pabassinas”, preparati con la saba, che andranno poi consumati a casa in famiglia dopo una preghiera in nome dei defunti.

A Seui, in Ogliastra, proprio nei giorni che vanno dal 31 Ottobre al 2 Novembre, si tiene “Su Purgadoriu”, durante il quale vengono dedicati ai morti anche antichi canti e si può vedere sfilare la maschera del paese, chiamata “S’Urtzu e Sa Mamulad”, accanto ad altre ospiti in occasione dell’evento.

In questo contesto non si può evitare di rivolgere un pensiero alla figura de “Sa Filonzana”, maschera caratteristica del Carnevale di Ottana, che con le sue forbici è sempre pronta a tagliare il filo che tesse con il suo fuso e che rappresenta la vita.

E se il suo monito riguardo alla precarietà dell’esistenza non intendesse portare le persone a temere la morte ma al contrario, esortarle a vivere con profondità ed entusiasmo la propria vita, senza sprecarne un solo istante, fino all’ultimo respiro?

Una riflessione, che in questo periodo più che mai, merita da parte di ciascuno una personale risposta.

La nostra Sardegna, con l’eco dei suoi riti ripetuti nel tempo, ci ha già fornito i codici per trovarla.

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